Il compito principale nella vita di ognuno
è dare alla luce se stesso.
(Erich Fromm)
Uno dei problemi che mi trovo più spesso ad affrontare in ambito clinico, è relativo all’argomento di cui voglio parlarvi oggi, l’autostima.
Cosa è? Uno dei primi autori ad analizzare tale aspetto è William James nei primi anni del 1900. Nella sua prospettiva l’autostima scaturisce dal rapporto tra sé percepito e sé ideale.
Il sé percepito rappresenta l’idea che ho di me stesso rispetto alla mia abilità nel superare le avversità e raggiungere i miei obiettivi.
Il sé ideale corrisponde invece alle aspettative che ripongo per il futuro che desidero, per il raggiungimento dei miei obiettivi personali.
Detto in altri termini, è la misura che ognuno di noi attribuisce a se stesso, rispetto alle proprie capacità di far fronte ad un evento o un problema o nel raggiungimento di un obiettivo. Per intendersi, chi ha un'alta autostima tende a percepirsi come in grado di accettare ed affrontare qualsiasi sfida la vita gli metta davanti. Non si abbatte di fronte ad una sconfitta, ma fa tesoro di ciò che ha imparato perché conoscere i propri limiti rappresenta il primo passo per migliorarsi e superarli.