venerdì 30 maggio 2014

Stress e ansia, sintomi e soluzioni.

Se c’e’ soluzione perché ti preoccupi? 
Se non c’é soluzione perché ti preoccupi?
(Aristotele)


Il termine stress è stato utilizzato originariamente in fisica e in ingegneria, per indicare un peso o una forza che agiscono su un punto specifico di un oggetto. Questa pressione, genera una risposta che può essere elastica, plastica, o addirittura portare alla rottura dell’oggetto. Questo concetto è stato successivamente ripreso e introdotto in psicologia da selye, verso la metà degli anni 50. Egli semplicemente sostituisce l’oggetto con una persona e il carico stressogeno con un problema rilevante che pesa su di essa. Come nella fisica questo peso costante può causare diversi possibili esiti, 3 in particolare. Una flessione elastica che certo grava sulla persona ma che poi porta alla risoluzione del problema iniziale, una flessione plastica che porta il soggetto a rimanere inerme, abituandosi gradualmente e sopportare il carico, o alla rottura, che rappresenta l’incapacità o l’impossibilità di risolvere il problema e può portare all’instaurarsi di una psicopatologia come ad esempio della depressione. 

mercoledì 12 marzo 2014

Ti serve lo psicologo?

"E' più facile spezzare un atomo 
che un pregiudizio".
(Albert Einstein)







Naturalmente visto che non ti conosco non posso saperlo... Posso però dirti che se ti senti ingabbiato in un problema che ti angoscia o ti rende la vita difficile è meglio se leggi questo articolo che potrà chiarirti le idee sul da farsi. 
Puoi vivere serenamente la tua vita, non sei costretto a rimanere ostaggio dei pensieri o delle azioni che non vorresti.
Sento spesso dire, in particolare dai miei colleghi: “dovremmo rendere la psicologia più accessibile a tutti, far capire alle persone che non è una vergogna andare dallo psicologo, le persone devono cambiare mentalità rispetto alla psicologia”. O analogamente: “Nelle nostre piccole realtà provinciali se ti vedono andare dallo psicologo tutti penseranno che sei matto”. Rispetto a queste frasi fatte mi sono posto una domanda. Se tutto ciò è vero, cosa può aver determinato l’insorgere di questo modo di pensare? Perché la visione del guaritore di matti è ancora così fortemente radicata, ma soprattutto ci sono modi per cambiare le cose?

lunedì 10 marzo 2014

Come si costruisce la soluzione ad un problema psicologico?

"E' molto importante tutto ciò che sai,
ma è ancora più importante come lo usi".



Molti mi chiedono perché nei miei articoli fornisco spiegazioni molto esaurienti dei vari disturbi psicologici, ma raramente fornisco soluzioni concrete da mettere in pratica. 

In realtà ci sono diverse ragioni:

La maggior parte delle psicopatologie possiede caratteristiche uniche.
Ognuno costruisce a modo suo il proprio problema, e a modo suo lo mantiene. Certo, la maggior parte delle patologie possiede una struttura di base analoga rispetto alla natura del problema e questo permette di dare un nome, un etichetta, ad un certo disturbo. Per fare un esempio se una persona si sente costretta da pressioni interne a compiere determinati gesti ripetitivi, smorfie, gesti con le mani, toccare un certo di numero di volte un oggetto, molto probabilmente ci troviamo di fronte ad un soggetto, ossessivo-compulsivo.
Sembra semplice, allora dove sta l’inghippo? 

martedì 10 dicembre 2013

Cos'è il disturbo post traumatico da stress?




Ricordando i giorni di tristezza, 
i ricordi mi inseguono.

Ricordando i giorni di gioia,
io inseguo i miei ricordi.


A differenza della maggior parte delle psicopatologie, in cui la genesi resta spesso un mistero, il disturbo post-traumatico da stress, si origina da un episodio traumatico ben distinto, collocabile spazialmente e temporalmente.
E’ anche denominato nevrosi da guerra in quanto inizialmente è stato riscontrato (durante la prima guerra mondiale) nei soldati rimasti coinvolti in situazioni operative particolarmente cruente. Tuttavia le situazioni traumatiche in grado di generarlo sono molteplici: violenze sessuali, incidenti automobilistici, rapine, prigionia, attacchi terroristici, disastri naturali, ecc... Come conseguenza a tale evento critico, i soggetti vivono ricordi ricorrenti e intrusivi (in maniera ossessiva), fino ad arrivare a sperimentare delle vere e proprie rievocazioni della scena in retrospettiva, in cui si comportano come se stessero vivendo realmente ciò che invece è solo frutto di un ricordo inaccettabile.
Accade spesso che la mente, per proteggersi dalle memorie intollerabili, spinga il soggetto a “coprire” il problema principale con sintomatologie afferenti all’area dei disturbi d’ansia, come attacchi di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, fobie sociali o specifiche. Rispetto a quest’ultime, si denota, in un ampia preponderanza di casi, l’utilizzo di tentate soluzioni volte all’evitamento degli oggetti o delle situazioni correlate (o ritenute tali) al trauma, generando a lungo andare fobie ben radicate verso cose o contesti. 

mercoledì 27 novembre 2013

Cos'è davvero la bulimia? Facciamo chiarezza sui disturbi alimentari.

"Nei piaceri dei sensi,
il disgusto confina
con il godimento"
(Francis Bacon)


Perché disturbi molto simili tra loro vengono divisi in così tante diverse categorie? 
La categorizzazione non vuole essere un etichetta diagnostica, ma viene usata come riduttore di complessità. Mi spiego meglio, benché ogni individuo rappresenti un’entità e una personalità unica, la maggior parte dei problemi psicologici (inclusi i disturbi alimentari) sottostà a regole precise che spesso sono uguali per molte persone. Nel corso di anni di ricerche, sono state selezionate caratteristiche specifiche che accomunano la maggior parte dei soggetti sofferenti di un disturbo. La conoscenza dei meccanismi che operano sotto la superficie della patologia, unite alla storia unica del paziente, aiutano il terapeuta nella selezione della strategia più adatta alla risoluzione del suo specifico problema. La terapia breve strategica, parte dal presupposto che solo la soluzione più idonea e calzante, proprio perché funziona, riesce a spiegarci come il problema si evolva e si mantenga. Tenendo conto di questi principi sono stati elaborati diversi profili che descrivono i meccanismi di innesco e mantenimento di vari disturbi alimentari. 

mercoledì 13 novembre 2013

Cos'è L'anoressia?





L'astinenza 
è più facile 
della moderazione.
(S. Agostino)

L'anoressia (dal greco anorexía, comp. di an- privazione. e órexis 'appetito') è sicuramente il più “famoso” tra i disturbi alimentari. Probabilmente deve la sua fama al suo sintomo più evidente, una progressiva  perdita di peso che può condurre anche alla
morte.  Questa infausta sentenza, dettata letteralmente dal lasciarsi morire di fame, non rappresenta che la punta dell’iceberg  di una trama molto complessa che intreccia e assorbe tutti gli ambiti di vita della ragazza anoressica (anche gli uomini,  possono soffrirne anche se statisticamente con un incidenza molto minore).
Ma come nasce, evolve e si mantiene questo particolare tipo di problema?
Va prima di tutto detto che non si diventa anoressici da un giorno all'altro ma tramite un processo lento e graduale che solitamente si origina dal voler dimagrire, per uniformarsi ai moderni standard di bellezza, e porta al rifiuto del cibo.

mercoledì 24 luglio 2013

Sai come vedono i cani?

Chi di noi non si è chiesto come vedono i nostri amici animali?

A tal proposito girano da anni leggende metropolitane che la scienza moderna ha man mano smentito. Ad esempio un luogo comune, sfatato da studi recenti, vede il toro come molto sensibile al colore rosso, per questo il drappo sventolato dai toreador è di quel colore. In realtà i bovini

martedì 16 luglio 2013

Cosa sono le ossessioni?

Quanti uomini conoscono la differenza 
tra un'ossessione che si subisce 
e un destino che si sceglie?
(Denis de Rougemont)


Il termine ossessione si trova quasi sempre associato a compulsione, ma in realtà il disturbo ossessivo presenta molteplici peculiarità che lo rendono ben diverso dall’ ossessivo-compulsivo che spesso rappresenta una sua evoluzione. L’ossessione è descrivibile come un pensiero fisso, fuori controllo, che può afferire a qualsiasi ambito di vita, quindi allo studio, allo sport, al lavoro, alla sfera sociale e affettiva.
Chi soffre di questo disturbo tende a pianificare un insieme di regole che vanno seguite scrupolosamente per raggiungere lo scopo che si è prefissato. 
La credenza che le regole da pianificate, siano l’unico modo per raggiungere l’obiettivo, li rende rigidi e chiusi a qualsiasi alternativa. Qualsiasi cosa ostacoli la loro pianificazione dev’essere allontanato, qualsiasi critica o suggerimento è visto con forte ostilità perché potrebbe minare il loro modo di fare le cose, che è l’unico giusto.

sabato 6 luglio 2013

La realtà è oggettiva? La vista e le illusioni ottiche



La credenza che la realtà che ognuno vede

sia l'unica realtà
è la più pericolosa di tutte le illusioni.
(Paul Watzlawick)

Tra i tantissimi ambiti d’interesse della psicologia, uno dei più affascinanti è senza dubbio lo studio della percezione umana, intesa come comprensione etologica dei nostri sensi. Attualmente le nostre conoscenze fisiologiche sul funzionamento del cervello e degli organi afferenti, stanno crescendo esponenzialmente, anche grazie all’utilizzo dei moderni sistemi d’indagine computerizzata e allo studio comparativo dei pazienti che hanno subito danni cerebrali localizzati. Anche se i misteri più profondi, riguardanti la coscienza e la percezione di se, rischiano ancora di sconfinare nella filosofia, oggi disponiamo di teorie scientificamente supportate che possono rispondere alle domande che da sempre hanno tormentato filosofi e uomini di scienza.
Mi è capitato spesso di sentir dire, soprattutto quando in seguito ad un incidente stradale qualcuno voleva approfittare della situazione facendo di aver male la testa: “tranquillo, tanto sul cervello non ci si capisce ancora niente…”. Non c’è luogo comune più sbagliato, in realtà sappiamo moltissimo sul cervello e sul suo funzionamento, conosciamo la dislocazione spaziale delle aree deputate a determinati tipi di funzione, sappiamo come funzionano i neuroni e l’immensa rete di comunicazione che li unisce, iniziamo ad intuire le modalità plastiche attraverso le quali i sistemi cerebrali lavorano all’unisono per permetterci di percepire il mondo e di rispondere in ogni istante nel modo più adeguato.

lunedì 1 luglio 2013

Psicopatologia: Comprendere le cause o risolvere il problema?

Il passato non mi preoccupa,
i danni che doveva fare li ha fatti; 
mi preoccupa il futuro 
che li deve ancora fare.
(Pino Caruso)


Attualmente in psicoterapia, al di la dei vari approcci esistenti,  possiamo distinguere due scuole di pensiero e metodologia differenti. Secondo i modelli classici, che seguono le logiche lineari aristoteliche, di causa effetto ( se è bianco non può essere nero), il nodo gardiano risiederebbe nella comprensione delle cause che hanno scatenato il disturbo.
Secondo le logiche non lineari invece è il funzionamento del problema stesso che ci suggerisce la sua soluzione.
Seguendo l’ottica Strategica non ci si chiede perchè tizio soffra di un determinato disturbo, ma come funziona, come si è costruito, come continua a mantenersi ed alimentarsi.

Ipocondria e patofobia, sintomi, mantenimento del problema, tentate soluzioni.


"Non vivere con la paura di morire,
ma muori con la gioia di aver vissuto"
Jim Morrison

Tutti conoscono il termine ipocondria, la potremmo definire come la certezza di avere una o più malattie che in realtà non ci sono. In pochi invece avranno sentito parlare della patofobia o meglio la paura di avere una malattia. Questi due disturbi, apparentemente molto simili, possiedono in realtà strutture completamente differenti. Ho scelto di trattarli in un unico articolo proprio per enfatizzarne caratteristiche e differenze.

Cos'è il disturbo ossessivo compulsivo?

La paura
è l'incertezza
in cerca di sicurezza.
J. Krishnamurti


Quante volte per scherzo, da ragazzi andando a scuola abbiamo pensato: “ho paura dell’interrogazione, se riesco a camminare in tutte le commettiture delle mattonelle del marciapiede da qui a scuola, sicuramente l’interrogazione andrà bene”. Molti di noi poi si sono dimenticati o non hanno più pensato al gioco fatto,
al di la del risultato ottenuto nell’interrogazione. Per alcuni però le cose non vanno così. Mettiamo infatti che dopo quell’innocente gioco propiziatorio l’interrogazione sia andata bene. Il giorno dopo sarò portato a ripeterlo, dopotutto ieri ha portato bene e ho scacciato la paura. E così continuo a riproporlo il giorno dopo e quello dopo ancora. Alla fine posso arrivare a pensare che se camminando non passo per le commettiture delle mattonelle le cose non potranno che andare male.